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§   -   L’ immacolata

“Ecco la Vergine concepirà e partorirà un figlio che chiamerà Emmanuele”
(Isaia 7,14)

Circa quindici anni prima di Gesù, nasce Maria. Lei viene un po’  prima di Lui e se ne va un po’ dopo , perché Gesù e i doni che Egli portava con se, venissero subito accolti come meritavano. Maria era destinata unicamente a Dio ! Nel piano della Salvezza Maria era prevista, leggiamo nel cosiddetto protovangelo della Genesi (3,15) le parole di Dio al serpente:

"Io  porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno"
E proprio questo è il modo con il quale la Chiesa raffigura iconograficamente Maria l’Immacolata.
 Maria nasce come ogni altra creatura umana, è creatura umana, andrà anche lei conoscendo la missione della sua vita, pian piano, secondo le richieste che  Dio stesso le farà  inequivocabilmente, e che Lei custodirà attentamente nel suo cuore. Ma dal  momento in cui Dio entra in comunicazione con Lei, la sua storia visibile entra in una realtà invisibile, in un qualcosa che solo Dio conosce, che solo Dio pensa, che solo  Dio realizza. Maria si scopre l’ “amata” come un  “Giardino chiuso, e  fonte sigillata” (Cdc 4,12). C’è una realtà visibile e una realtà invisibile nella vita di Maria. E' una persona intrisa di Mistero e questo costituisce la sua identità. Dio l’ha creata Immacolata, questo è uno dei primi misteri che la riguardano, anche se lei non lo sapeva. Dio creandola non l’ha inserita soltanto nella storia del popolo eletto, ma l’ha consacrata per se in una maniera ineffabile e  riservata, in un  modo che solo Lui conosce.  Perché di Maria noi conosciamo tante cose, che la Chiesa nel suo magistero è andato analizzando e approfondendo nel corso della storia, ma l’intima realtà della Santissima Madre del Salvatore resta una realtà conosciuta solo da Dio.
Nel divino progetto della salvezza dell’uomo, avendo il Padre stabilito l’incarnazione del Figlio suo, ha pensato a una creatura che fosse “ministra dell’incarnazione e avesse la funzione di Madre”
“Questa creatura nella mente del Padre, nell’attesa del Figlio e nel fervore dello Spirito Santo, è Maria e ciò spiega perché fin dal primo attimo della sua esistenza terrena essa sia stata da Dio immediatamente consacrata con una pienezza di grazia, che non solo l’ha esclusa da ogni macchia di peccato originale, ma l’ha colmata della vita divina” Maria è “di Dio prima che di chiunque altro, tutta di Dio e solo di Dio, il Signore si è impadronito di questa creatura nella totalità del suo essere”.
(".." da p.8 – Il Mistero di Maria- di p. Anastasio Ballestrero – Meditazioni spirituali – Ed. piemme – Casale Monferrato – 1995)

“Oggi nella fede della Chiesa sappiamo che la Madonna è immacolata”. Ma la definizione di questo dogma “è una di quelle verità la cui coscienza è sempre stata viva nella comunità dei credenti, ma la cui chiarezza è arrivata col tempo. I grandi dogmi mariani hanno tutti una storia segnata nel tempo: la divina maternità viene proclamata a Efeso (431)", l’Immacolata Concezione a Roma  (1854), l’Assunzione a Roma (1950).
Il dogma dell’Immacolata Concezione si lega all’Incarnazione con un legame inscindibile. E’ proprio il mistero dell’Incarnazione la ragione dell’Immacolata Concezione. Infatti “Dio ha provveduto con questo prodigio a preservare dal peccato, per i meriti del Signore che sarebbe venuto, colei che a questo Signore avrebbe dato la carne di una esistenza terrena. Essere Immacolata non è un merito… ma una grazia che alla Madonna è stata data in previsione della redenzione di Gesù”.
(p. 9- Op. cit. Ballestrero)
Maria è così la prima redenta. Redenta in anticipo dal sacrificio del Figlio, che esiste e può portare la sua missione di salvezza solo per Lei, solo per il suo Sì umano.
Il saluto a Maria, portato dall’Arcangelo, non può che essere portatore di una  grande esultanza. “La dove giunge lo Spirito irrompe la felicità della salvezza, che ha ricolmato l’esistenza della Madre del Signore” (Maria nel cammino spirituale – Atti  della 24^ settimana mariana nazionale – Pietralba giugno 1985 – p. 19 – relazione p.Alberto Valentini)
Maria è Immacolata perché è la prima redenta, è “il frutto più eccelso della redenzione” (S.C. 103), essendo stata “redenta in modo così sublime in vista dei meriti del Figlio suo” (LG  53).
“I libri del Vecchio e Nuovo Testamento e la veneranda tradizione mostrano in modo sempre più chiaro la funzione della madre del Salvatore nella economia della salvezza e la propongono per così dire alla nostra contemplazione. I libri del Vecchio testamento descrivono la storia della salvezza, nella quale lentamente viene preparandosi la venuta di Cristo nel mondo.  Questi documenti primitivi, come sono letti nella Chiesa e sono capiti alla luce dell’ulteriore e piena rivelazione, passo passo mettono sempre più chiaramente in luce la figura di una donna: la madre del Redentore. Sotto questa luce essa viene già profeticamente adombrata nella promessa, fatta ai progenitori caduti in peccato, circa la vittoria sul serpente (Gn 3,15). Parimenti, è lei, la Vergine, che concepirà e partorirà un Figlio, il cui nome sarà Emmanuele. Essa primeggia tra quegli umili e quei poveri del Signore che con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza. E infatti con lei, la figlia di Sion per eccellenza, dopo la lunga attesa della promessa, si compiono i tempi e si instaura la nuova “economia”, quando il Figlio di Dio assunse da lei la natura umana per liberare l’uomo dal peccato coi misteri della sua carne” (LG n. 55 cap. VIII- Documenti del Concilio Vaticano II- EP Roma 1983)
L'enciclica Redemptoris Mater (1987), al n. 10,  ci parla della redenzione di Maria in virtù del Figlio. Leggiamo: "La Lettera agli Efesini parlando della «gloria della grazia» che «Dio, Padre ci ha dato nel suo Figlio diletto», aggiunge: «In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue» (Ef 1,7). Secondo la dottrina, formulata in solenni documenti della Chiesa, questa «gloria della grazia» si è manifestata nella Madre di Dio per il fatto che ella è stata «redenta in modo più sublime». In virtù della ricchezza della grazia del Figlio diletto, a motivo dei meriti redentivi di colui che doveva diventare suo Figlio, Maria è stata preservata dal retaggio del peccato originale. In questo modo sin dal primo istante del suo concepimento, cioè della sua esistenza, ella appartiene a Cristo, partecipa della grazia salvifica e santificante e di quell'amore che ha il suo inizio nel «Diletto», nel Figlio dell'eterno Padre, che mediante l'incarnazione è divenuto il suo proprio Figlio. Perciò, per opera dello Spirito Santo, nell'ordine della grazia, cioè della partecipazione alla natura divina, Maria riceve la vita da colui al quale ella stessa, nell'ordine della generazione terrena, diede la vita come madre. La liturgia non esita a chiamarla «genitrice del suo Genitore» e a salutarla con le parole che Dante Alighieri pone in bocca a san Bernardo: «figlia del tuo Figlio».E poiché questa «vita nuova» Maria la riceve in una pienezza corrispondente all'amore del Figlio verso la Madre, e dunque alla dignità della maternità divina, l'angelo all'annunciazione la chiama «piena di grazia".