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sabato 12 novembre 2016

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GIUSEPPE


Giuseppe, ingenuo fidanzato di Galilea,
addio al tuo sogno d'amore.
Su chi avevi alzato gli occhi,
con che cosa avevi barattato le tue nozze
che avevi sperato serene e oscure,
chi ti entrato in casa ?

La tua mente è smarrita,
lo scandalo beffardo e crudele
in una terra che non sa compatire
e nemmeno sorridere, ma solo condannare.

E' solo, coi suoi legni,
nella penombra della bottega
ove corre la pialla e canta la sega,
mentre il dramma gonfia nel cuore. 

E' un pudore girare per le strade 
una vergogna rimanere in casa,
si dibatte fra la sua mente l'arma del ripudio.

Giuseppe ama il sogno,
sogni affettuosi e bianchi
in cui sembrano affondare
come nelle piume le spade dei cattivi.

Ecco nel sogno,
la benevolenza di un amico notturno,
l'affanno si cambia in gioia
l'incubo si scioglie nella felicità,
che solo una condanna revocata può dare.
“ Si, adesso posso portarti in casa ”.